Da qualche tempo mi frullava in testa un'idea: scrivere un blog al femminile che potesse essere letto anche dagli uomini. Un blog di cucina? Sì, ma non solo. Un blog di bon ton e costume? Anche. Un blog che parlasse di libri e film? Certamente, magari con una rubrica dedicata alla posta dei lettori, come:"Scrivi a Cheddonna".
Sì, più ci pensavo più mi sembrava una buona idea, ma come avrei potuto chiamarlo?....Ma certo! Oui, Je suis Cheddonna! ;)

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venerdì 2 ottobre 2015

Ciambella di riso "una volta qui era tutta campagna"

Buongiorno, amiche e amici di "Oui, je suis Cheddonna"!
Eh, sì, è passato un po'di tempo dall'ultima volta che ho aggiornato il mio blog, ma, sapete com'è, ho avuto parecchio da fare con la pubblicazione e le presentazioni del mio libro di ricette "Fornelli estremi: la cucina di sussistenza". Ora, però, sono tornata, con altre, scoppiettanti (ehm...è proprio il caso di dirlo!) ricette e vi aspetto ogni sabato con un nuovo appuntamento.
La ricetta di questa settimana è un piatto vintage, che mi preparava NonnaNenna quando ero piccola (già, la signora Berenice, mia madre, non è mai stata una gran cuoca) e che mi fa tornare ogni volta un po' bambina. L'ho chiamata:

Ciambella di riso "Una volta qui era tutta campagna", per il suo gusto un po' retrò.
Scommetto che non potrete più farne a meno!

Prendete una pentola piuttosto grande e riempitela di abbondante acqua salata. Sapete, da quando ho comprato il nuovo piano cottura con super-wok a tripla corona, bolle in un attimo! Occhio solo a non lasciarla più di cinque minuti sul fuoco, altrimenti non vi resterà che constatare che il sale, quando l'acqua è completamente evaporata, torna a cristallizzarsi, e vi toccherà cominciare tutto daccapo.
Versate nell'acqua bollente mezzo chilo di riso, lessatelo (niente paura, se scuoce non se ne accorgerà nessuno) e, dopo averlo scolato, amalgamatevi tre uova e un' abbondante spolverata di noce moscata.
Imburrate, cospargete di pan grattato uno stampo a ciambella e versatevi il composto, poi infornate il tutto per una ventina di minuti in forno ben caldo, sui 180 gradi. Le uova formeranno una bella crosticina invitante sulla superficie (anche se lo saprete solo voi perché, per sformarla, la ciambella va girata, ma è comunque una bella soddisfazione).
Nel frattempo, in una casseruola, avrete preparato un soffritto di cipolla (io, dopo aver indossato dei guanti usa e getta ne taglio una in quattro parti e la getto in fretta nell'olio caldo, perché, diciamocelo, l'odore di cipolla sulle mani è davvero troppo cheap e, oltre tutto, non va più via) sul quale verserete mezzo chilo di carne tritata, una bottiglia di passata di pomodoro, eventualmente aggiungendo un bicchiere d'acqua, e sale q.b.
Lasciate cuocere fino al completo assorbimento dei liquidi e, infine, bagnate di nuovo con abbondante vino rosso. Occhio, anche stavolta, al super-wok, perché se è vero che permette una cottura ultra- rapida, è altrettanto vero che è capace di trasformare un ragù in carbonella per il barbecue in pochi istanti, proprio sotto ai vostri occhi.
A cottura ultimata, versate nel buco della ciambella di riso il composto fumante (mi raccomando, se è fiammeggiante spegnetelo, prima!) e servite con una Bonarda docg.
Voilà, la nostalgia è servita.
Vi aspetto sabato prossimo, sempre qui!

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